Rocky Horror: non sognarlo, vivilo!

Quando si ripropongono delle rivisitazioni c’è sempre il pericolo di realizzare un qualcosa che possa fare flop. Soprattutto quando lo si trasporta dall’americano all’italiano, il rischio è quello di fare una brutta copia e basta.

Non è questo assolutamente il caso di “Non sognarlo, vivilo: Rocky horror il grande show”, portato in scena dalla compagnia osimana Musical Opera Studio per la regia di Giacomo Moresi, attivo da più di 10 anni nella produzione di musical a livello locale., mercoledì 21 luglio nella splendida cornice dell’Arena Villa Vitali di Fermo.

Innanzitutto un plauso agli organizzatori e all’amministrazione, che hanno deciso di portare sulle scene un così contestato musical. Non è da tutti, e questo deve essere un vanto.

Tornando allo spettacolo, ottimo il cast di talenti marchigiani tra musicisti, attori e cantanti: in scena l’orchestra dal vivo ha di certo trasmesso le emozioni teatrali delle grandi opere, così come le bellisisme voci degli attori.

Rivisitato nella costumeria, il cast non ha riproposto alla lettera i vestiti del film originale di Richard O’Brien e Jim Sharman (ad esempio Magenta era rossa e non bionda), riuscendo comunque a mantenere alto il paralelismo.

Ingegnose le scene: pur mantenendo la stessa fondo per tutto lo spettacolo, ovvero la casa dello scienziato travestito Frank-N-Furter, sono riusciti a rendere i cambi di scena con tenda e proiettore (ad esempio per la chiesa o per il castello visto da fuori) e adoperandosi con un’impalcatura scorrevole alla sinistra del palco per proporre di volta in volta la narrazione del criminologo, che riappare diverse volte lungo la trama, in situazioni comicamente osè, come anche il viaggio in macchina di Janet e Brad o la nascita di Rocky Horror.

Che dire poi dell’interazione con e del pubblico: sulle nostre teste sono caduti chicchi di riso durante il matrimonio dei due amici di Janet e Brad (scena inziale) e acqua durante il temporale che coglie di sorpresa i due neo-fidanzati che si stanno recando dal professor Scott.

Durante la serata il pubblico ha potuto interagire anche con lo spettacolo in prima persona, attraverso dei semplici ma efficaci espedienti escogitati dalla compagnia, che hanno permesso non solo di rendere ancor più vivo lo spettacolo, ma anche di goderselo davvero in maniera divertente, gridando ad esempio “Scemo” al nome di Brad o “Shhh” al nome di Eddie. Tutto accuratamente spiegato, ovviamente, nel giornale di scena consegnato a inizio spettacolo.

Che dire… Io, da amante del musical originale –visto non so quante volte, ho riscoperto un altro amore, tutto made in Italy.